L’Eiopa ha reso venerdì scorso il suo verdetto su Solvency II : si ad alcune misure per attenuare la volatilità delle esigenze di capitale, ma non a tutte e ad ogni condizione.
L’Authority europea ha reso alla Commissione europea le sue conclusioni sullo studio d’impatto “Technical Findings on the Long-Term Guarantee Assessment (LTGA)” condotto tra gennaio e marzo e volto a testare un certo numero di correttivi destinati, modificando il tasso di attualizzazione delle riserve tecniche in particolare per le garanzie a lungo termine, ad attenuare la volatilità delle future esigenze di capitale sotto Solvency II.
L’Eiopa riconosce la necessità di quattro delle misure testate per rendere il futuro regime sopportabile agli assicuratori: l’estrapolazione della curva dei rendimenti (con riserva di una convergenza lenta verso il tasso ultimo, 40 anni per es.), il “Classical” Matching Adjustment (richiesta spagnola ed inglese per far fronte alle esigenze di capitale sui prodotti di rendita), la misura transitoria (richiesta tedesca per favorire una transazione fluida per certi prodotti da Solvency I a Solvency II) e l’estensione del periodo di recupero con lievi modifiche per fornire i giusti incentivi per il risk management.
L’Eiopa ha tuttavia posto le sue condizioni: il rispetto del quadro concettuale della direttiva Solvency II del 2009 e l’obbligo per gli organismi di rendere pubblico l’impatto delle misure anticicliche sulla solvibilità nelle comunicazioni finanziarie.
Due misure largamente attese dagli assicuratori sarebbero oggetto di modifica: l’Extended Matching Adjustment (fortemente voluto dalle compagnie vita francesi), che non permette “una protezione sufficiente del consumatore e sarebbe molto difficile assicurarne la supervisione”; e il Counter-Cyclical Premium (volto a compensare gli shoc eccezionali del mercato), che potrebbe avere “effetti paradossali in materia di stabilità finanziaria a causa del modo in cui sarebbe attivato, così come effetti perversi sui requisiti di solvibilità delle imprese.
L’EIOPA consiglia di sostituire il PCC con una più semplice e prevedibile misura, il Volatility Balancer, che permetterebbe di affrontare le conseguenze inattese sui requisiti di capitale delle imprese della volatilità di breve periodo. Sarebbe una misura applicabile a tutte le linee di attività salvo i contratti unit linked e avrebbe il vantaggio di evitare distorsioni di concorrenza nel mercato unico.
Intanto Insurance Europe, presieduta da Sergio Balbinot, ieri ha definito “deludenti” i correttivi proposti dall’Eiopa.
L’Ivass ha valutato positivamente il correttivo anticiclico scelto dall’Eiopa (il volatility balancer) ma allo stesso tempo ha aggiunto che la nuova misura “merita ulteriori approfondimenti sia nel suo disegno sia nella calibrazione”. Lo strumento, secondo Ivass, è quello giusto, ma bisognerà rivedere i numeri perché così come è stato calibrato “non risulterebbe efficace per l’industria italiana”.